«l’ignorante non si conosce mica dal lavoro che fa, ma da come lo fa»

Nuovo Cinema Nicoletti – REGISTE, come Diana Dell’Erba

Posted by Stefano Nicoletti in #lavorobenfatto, Nuovo Cinema Nicoletti | 1 comments

 

Diana Dell’Erba sa misurare le parole. Quando le pronuncia o le mette nero su bianco, riesce a riportare la tua attitudine alla riflessione a quella che poteva essere qualche decennio fa, quando i tempi digitali rapidi e impalpabili erano ancora ben al di là dall’arrivare.

Diana è l’autrice di “Registe”, un’opera cinematografica di ricerca prodotta dalla torinese Altrofilm che parte da una semplice constatazione: nel cinema, le donne registe si contano percentualmente quasi sulle dita di una mano. Ha risposto ad alcune domande di “Nuovo Cinema Nicoletti” regalandoci ricordi, sogni e riflessioni da non lasciar passare se non dopo averle fatte un po’ nostre.

Maria de Medeiros in Registe_Photo by Simone Nepote André 3

Maria de Medeiros in “Registe”, foto di Simone Nepote André

NCN: Parliamo di te: c’è un film in particolare che ti ha fatto innamorare del cinema?
DIANA: Il film con il quale fino ad oggi mi sono sentita più in sintonia, quello che mi ha cambiato di più attraverso un vero percorso di catarsi, è stato The Fountain – L’Albero della Vita di Darren Aronofsky.

NCN: Mi racconti del tuo primissimo tentativo artistico? cosa trattava, com’è nato, qual è stato il tuo primo pubblico?
DIANA: Il mio primo approccio al mondo delle immagini è avvenuto attraverso la fotografia. Con una semplice analogica mi sono tuffata con molta naturalezza nel mondo della creazione. Il mio corpo acquisiva le posizioni più strane e, dopo un’accurata ma istintiva ricerca, ogni viaggio terminava con un clic. Questo è andato avanti per molti anni… ma, ad un certo punto, la libertà provata in quei momenti ha iniziato a trasformarsi. La “bambinanza” ha cominciato ad offuscarsi. Il malsano desiderio di un risultato ha pian piano rubato il posto all’istinto. I mezzi sono cambiati, diventando più complicati ed andando a braccetto con la tecnica. In questo viaggio, la libertà, all’inizio splendida protagonista ha iniziato ad essere messa da parte… Oggi ardo dal desiderio di ritornare a quella incosciente urgenza; riuscendoci paradossalmente solo nei pochi momenti in cui si fa da parte il desiderio.

Il cinema muto in REGISTE, regia di Diana Dell'Erba

NCN: Oggi fare cinema sembra essere diventato tecnicamente alla portata di molti, o tutti: ma è davvero così?
DIANA: Stiamo vivendo un’epoca straordinaria. Un’epoca che l’uomo ricorderà fino alla fine dei suoi giorni. Internet e la tecnologia ci hanno messo nella condizione di avere l’intera conoscenza a portata di mano… ma avere una cosa a portata di mano non significa avere la capacità di allungare la mano per prenderla. Il cinema, come l’Arte in generale, dovrebbe essere un mezzo per portare chi lo fa e chi lo consuma ad un’esperienza. Forse il problema è che troppo spesso ci accontentiamo di esperienze banali, già vissute, che ci fanno rivivere comodamente il passato… quando invece dovremmo avere il coraggio di vivere il presente, unico vero accesso al futuro.

NCN: Parliamo di “Registe”: mi ha incuriosito molto la struttura molto originale di questo lavoro, un mix tra documentario e finzione, tra ieri e oggi, tra cinema e realtà: in che direzione volevi portare lo spettatore?
DIANA: “Registe” è stato per me un grande viaggio. Esplorare prime le filmografie e poi i mondi di queste straordinarie donne mi ha insegnato moltissimo. Ascoltare ed immergersi nella realtà di una persona davanti a te equivale a diventare per un attimo quella persona e quel mondo. L’ascolto è uno dei più straordinari mezzi che abbiamo per arricchirci e migliorare. Il montaggio e la realizzazione di un’opera video è un complicato esperimento alchemico. L’intento è stato quello di riassumere e condividere con il pubblico l’essenza di ciò che si è vissuto.

NCN: Intervistando molte tra le principali registe italiane hai raccolto, immagino, molte storie personali legate al cinema: quali ti hanno colpito di più?
DIANA: Ognuno degli sguardi di queste registe ha la sua peculiarità, ogni singolo percorso è molto interessante e gli aneddoti che mi hanno colpito sono tantissimi… ma tolto il velo degli argomenti affrontati, dei linguaggi utilizzati o della soggettiva piacevolezza, rimangono degli elementi sopra tutti. La figura del regista è un mestiere, anche simbolicamente, molto interessante: è colui che sta a capo di un sistema piramidale e che deve riuscire ad amalgamare un’infinità di elementi…e quello che mi ha fatto più pensare è proprio ciò che accomuna queste donne: la forza. Il coraggio che hanno avuto e che hanno nell’aver scelto di fare nella propria vita ciò che desideravano. Se si capisce ciò che si vuole fare nella propria vita, tutto il resto va in secondo piano. E se non lo si capisce, si deve lavorare al massimo per riuscirci. Il mondo che ci circonda spesso ci deride e opera per intralciare questa nostra comprensione, ma penso che il senso stia nella lotta stessa: guerrieri per comprendere e poi agire. Parafrasando i versi presenti proprio sul sito: “il sapiente non si riconosce dal lavoro che fa, ma da come lo fa”.

Registe, regia di Diana Dell'Erba_Francesca Archibugi6

Diana Dell’Erba e Francesca Archibugi

NCN: Le donne registe hanno la convinzione di dare qualcosa di diverso al mondo del cinema rispetto alle visioni maschili? oppure, come qualcuna ha detto, in fondo davvero il cinema è sempre cinema? E se esistesse un cinema centrato sulle donne come quello che oggi è centrato sulle visioni maschili, che tipo di cinema potrebbe essere?
DIANA: L’Arte è Arte e non ha sesso. Se concepiamo il cinema come un percorso di ricerca verso l’Arte, perché non dovrebbe essere aperto a tutti? È un luogo dove anche le donne oggi vorrebbero avere la libertà di sperimentare, perché privarle di questa possibilità? Si arreca un danno a queste donne, ma questo è il minimo… la cosa più grave è che si arreca un enorme danno al pubblico. La creazione può avvenire nell’uomo come nella donna, ma leggendo i dati dell’industria cinematografica sembra che essa sia convinta del contrario, che sia convinta che oggi solo gli uomini sia in grado di creare.

NCN: Immagino che avrai raccolto molte opinioni su “Registe”: mi racconti la più particolare, quella che ti ha fatto particolarmente piacere e quella che invece… proprio ti è rimasta alla gola?
DIANA: Ciò che mi ha fatto più piacere è stato il sincero coinvolgimento di alcune registe protagoniste del film e quello di alcuni spettatori di sesso maschile che mi hanno colpito avendo compreso il fatto che volevo andare oltre ad una divisione di genere.
Particolari critiche non ne ricordo, forse pensandoci, mi avrebbero fatto piacere alcune parole non dette, positive o negative che fossero…

NCN: Potendo scegliere, continueresti con un cinema di ricerca o valuteresti anche un cinema unicamente narrativo?
DIANA: Non credo di essere portata per la narrazione. Ho moltissime idee nel casetto, ma una più difficile dell’altra. Alcune notti fa, ad esempio, ho sognato un esperimento/documentario/viaggio vicino alla ricerca di Jodorowsky… un sogno in tutti i sensi perché di quasi impossibile realizzazione, ma chissà, magari mi nascerà la forza per realizzarlo…

“Nuovo Cinema Nicoletti” ama sognare a occhi aperti e, forse ancor di più, vedere i sogni degli altri realizzarsi. Bonne chance Diana.

“Registe” è distribuito in DVD da Altrofilm (http://www.altrofilm.it/portal/shop/) e ha varcato i confini nazionali per approdare, ad esempio, negli USA dove è stato richiesto come materiale di studio universitario. Gli stessi USA che, ci confessa Diana, vedono ancora il nostro Paese come un esempio per la produzione cinematografica, ben più di come Lui stesso riesca ormai a ricordare.

Lo spettacolo finisce qui. Alla prossima, al Nuovo Cinema Nicoletti.

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Comments (1)
  1. Roberto says:

    Intervista stimolante. Cercherò di vederlo!

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